Una tradizione da tramandare: LORENZO ALBRIGHI

Ancora una volta torniamo a parlarvi di eccellenze. Ecco a voi Lorenzo Albrighi: classe 1987 e nato a Londra, inizia a seguire la sua passione per la sartoria a vent’anni apprendendo le tecniche fondamentali presso l’atelier di Gianni Campagna in Corso Venezia e poi in quello di Augusto Caraceni a Milano.

Dopo vari viaggi in importanti città quali Milano, Parigi e Londra, il designer torna in Italia, stabilendosi nel cuore della campagna toscana del Chianti e lavorando presso l’atelier Letterio Speciale di Firenze.

Uno stile all’insegna della tradizione che lascia spazio a un’artigianalità contemporanea.

 

foto Filippo Avandero

 

Una storia costellata da grandi nomi della sartoria. Quanto è stato ed è ancora la tradizione per te?

Ho iniziato a cucire a vent’anni, con la sola intenzione di apprendere le tecniche di cucito classiche. Ero totalmente affascinato dalla sensibilità e dalla disciplina necessarie per intraprendere questo percorso. In maniera compulsiva mi sono allontanato dalla mia vita precedente, iniziando così a scavare nel passato fino al punto di distaccarmi dal mio tempo, creando abiti senza corrente elettrica o macchinari di alcun tipo e usando solamente aghi antichi e un ferro da stiro a carbone. Questo mi è servito per poter tornare al presente con un bagaglio unico col quale ho potuto reinventare il mio modo di confezionare abiti, abbracciando anche quei macchinari industriali che detestavo, modificandoli e utilizzandoli in maniera artigianale. La tradizione è per me la colonna portante sulla quale si appoggia il presente.

 

foto Filippo Avandero

 

Hai visitato, vissuto e lavorato anche diverse e importati città. Ce n’è una che che ti ha segnato di più o ti è rimasta nel cuore?

Penso che nella vita esista un tempo, un luogo e un costume che accompagnano un rito. I miei riti quotidiani sono il motore che mi fa muovere nello spazio e nel tempo.

 

foto Filippo Avandero

 

Parlando invece del nostro paese, cosa pensi che abbiano ancora da insegnare la tecnica e lo stile italiano al mondo?

Ho un concetto individualista della vita. Se domani mi spostassi a fare il mio mestiere a Pechino non cambierebbe nulla. Ho sempre cercato Maestri, non mi interessa di che nazionalità.

 

foto Giulia Savorelli

 

Come descriveresti la persona che indossa i tuoi capi?

Fortunata.

Per concludere allora ipotizziamo che uno di questi fortunati fosse un personaggio contradditorio. Chi sceglieresti e come lo vestiresti?

Hitler, in lattice rosavestito.

 
 
LORENZO ALBRIGHI fashion exhibition at WOMADE #08
Sabato 18 ottobre 2014 – Chiostri di San Barnaba (Milano)

 
 
Andrea Tata