Punto d’incontro tra il mondo del design industriale e della cultura della moda, il progetto FABRIC DIVISION nasce nel 2009 dalla collaborazione tra Enrico Assirelli e Linda Crivellari.
Dopo una menzione d’onore ricevuta al concorso Box Of Dream bandito dalla Fondazione Claudio Buziol di Venezia, i due decidono di creare un marchio vero e proprio con collezioni stagionali regolari. Con la FW 2013/14 giungono alla sesta collezione, passando attraverso progetti diversi legati al tema della sostenibilità.
Com’è avvenuto esattamente il vostro incontro e la sucessiva decisione di collaborare?
Avevamo amici in comune, una sera ci hanno presentato e abbiamo iniziato a chiecchierare. Enrico mi ha parlato di un progetto che avrebbe voluto realizzare e così abbiamo iniziato a lavorarci già dalla mattina seguente.
Nelle collezioni di Fabric Division è sempre molto presente la sostenibilità e in passato anche il riuso. Sono temi che vi stanno a cuore?
Il primo progetto con cui abbiamo esordito era legato al riuso, sì, ma era più di un semplice patchwork: ciò che volevamo era creare un tessuto partendo da capi finiti utilizzando tali prodotti come materia prima. Mentre il nostro secondo progetto – una collezione in esclusiva per Yoox – era legato al concetto di eco-sostenibilità ed era stata realizzata con tessuti organici; è stato divertente, perché ci ha permesso di conoscere nuovi materiali e la collezione ha avuto molti consensi.
Quanto c’è di estetica e quanto invece di tecnica e ricerca dietro i vostri capi?
C’è tutto questo. L’estetica è alla base, ma quello da cui partiamo sono le vestibilità. Abbiamo un gusto minimale, le strutture sono geometriche quindi i capi tendono a essere sempre molto complicati da realizzare. Prediligiamo i tessuti tecnici, che ben riflettono l’immaginario streetwear, e da un paio di collezioni abbiamo introdotto anche qualche capo di maglieria, sperimentando nuovi punti e lavorando sulle pesantezze.
Quali scelte vi spingono a sviluppare un progetto piuttosto che un altro?
Realizzare una collezione ogni 6 mesi porta via tutto il nostro tempo, pertanto solo alcuni progetti vengono presi in considerazione. Diamo la priorità a collaborazioni con artisti che riteniamo interessanti; ad esempio l’ultimo nostro progetto è stato il video uscito lo scorso mese in collaborazione con Masaru Iway, un performer e videomaker Giapponese.
Quale pensate sia la parte più stimolante del vostro lavoro?
Alla base di tutto stanno ricerca, ideazione e sviluppo di un prodotto. io [Linda ndr] traggo più stimoli dalla ricerca e dalla sperimentazione, mentre Enrico tende più a concentrarsi sulla struttura e sul dettaglio. Questo ci rende un buon team.
Andrea Tata
Sabato 26 gennaio 2013 @ WOMADE #5
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)