Milano è un punto di ritrovo per gli artisti visivi, almeno così sembrerebbe visto la loro alta concentrazione nella nebbiosa città meneghina. Tra i nativi di spicco troviamo Daniele Afferni, anno 1965, che dopo una formazione di tipo artistico conferma il suo estro con un diploma alla Scuola di Specializzazione Arte – Messaggio presso il Castello Sforzesco. A fine anni ’90 lavora come illustratore presso l’agenzia pubblicitaria Armando Testa, per poi aprire uno studio di illustrazione tutto suo di nome ASC. La tecnica dei suoi lavori spazia dalla matita al computer, ha collaborato con agenzie di pubblicità a livello internazionale, con il mondo del cinema (dove vanta nomi come Wim Wenders e Gabriele Salvatores per citarne due a caso) e infine, con l’arrivo dei 30 anni, ha deciso di allargare i suoi orizzonti artistici con il primo quadro.
La figura dell’artista nell’immaginario collettivo è sempre al limite tra qualcosa di elevato e irraggiungibile. Nel concreto ci racconteresti una tua giornata tipo?
La quasi totalità del mio tempo è dedicata al gruppo ASC, un team di creativi che ho fondato insieme con amici illustratori e visualizers. Insieme ci occupiamo prevalentemente di pre-produzione pubblicitaria, animazioni, layout, 3D etc. La mia giornata tipo si svolge quindi prevalentemente in studio.
Quando le creature gridano per essere scoperte mi creo spazi subatomici per occuparmi di loro, senza regola, senza orario.
Molte volte nel mondo dell’arte sembra che conti quasi più la fama che ti sei costruito che la qualità del tuo contenuto. Sei d’accordo?
Che conti più la fama che il contenuto mi sembra un’evidenza di quest’epoca. Del resto i contenuti si creano di forza e dopo Picasso (o forse prima?) vale tutto, quindi non vale nulla. Il mercato decide e la fama influenza il mercato… sembra un’equazione inevitabile… era così anche prima? Probabile. Se tutto può essere arte, anche ogni contenuto – persino il più marginale – può essere contenuto da un’opera d’arte.
Quale lavoro che hai realizzato è stato il più divertente? Quale invece il più intenso?
Quando una nuova Creatura grida per essere dipinta da me, il divertimento (l’eccitazione direi) è fortissima, dopo arriva la fatica… GAMDA è stato uno dei miei parti più lunghi e difficili, ma dubito che si possa percepire nel dipinto, ed è meglio così…
C’è una personalità del passato e/o una del presente che stimi particolarmente?
Nel passato lontano mi commuovono i volti di Rembrandt, nel presente quelli di Lucien Freud. Fuori dalla creatività artistica? Einstein nel passato, Steve Job nel presente (anche se sfortunatamente anche lui è ormai passato…).
Intervista a cura di Andrea Tata
Sabato 17 Novembre 2012 @ WOMADE #4
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)