L’arte “viva” di TOBIA POLESE

Ready made organici su tela per opere dal forte impatto visivo ed emotivo: questa è la tecnica – ai limiti del dadaismo – che sta dietro le opere di Tobia Polese. Beni deperibili affissi a supporti piani che, opportunamente trattati, sopravvivono o quanto meno si oppongono al fluire del tempo, quasi come se volessero protestare al concetto di consumismo dilagante nella società odierna. L’opera d’arte nasce, cresce, vive e muore secondo un’evoluzione imprevedibile, in simbiosi alla routine dell’essere umano che la possiede.

 
 

 

Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a usare questa tecnica piuttosto che un’altra per esprimere la tua arte?

La tecnica scelta è nata quasi per gioco, curiosità di sperimentare e di vedere cosa succede applicando una banana vera su una tela. Così nasce la “LA” (Living Art ndr) e la mia prima opera “Banana Gnam“. Dopo aver visto il risultato e aver sondato un terreno abbastanza arido, ho capito che era una forma d’arte nuova che “piaceva” e al tempo stesso “non piaceva”. Così sono andato avanti con la mia ricerca artistica.

 

 

E invece con le altre forme d’arte che rapporto hai?

Vivo le altre forme d’arte in modo molto “easy” ma dipende da cosa s’intende: ne esistono molteplici, ma credo che oggi non si possa definire una sola forma d’arte interessante, affascinante, intrigante perché credo che tutta l’arte lo sia. A prescindere da ciò che interessa di più o di meno all’essere umano.

 

 

C’è qualcosa che influenza in modo particolare le tue opere? Per dire: sogni, incubi, flash improvvisi… ecc.

Per quanto riguarda i sogni è difficile che mi ricordi ciò che ho visto durante il sonno. Non sogno da una vita e non ho mai avuto incubi fortunatamente! Le mie opere nascono dall’istinto dentro di me, mentre l’ispirazione mi arriva con la ricerca e l’osservazione accurata.

 

 

Hai un vizio o un rituale che non ti imbarazza raccontarci?

Di solito non ho rituali particolari quando creo. Sviluppo in mente la composizione e magari la schizzo su carta prima di mettermi all’opera. Quando entro nel mio mondo mi immergo in esso. Ogni volta che dipingo mi unisco in “fondo” di un solo corpo e un solo “spirito” con la mia opera. Io Amo l’arte!

 

 

Intervista a cura di Andrea Tata

 
 
Sabato 17 Novembre 2012 @ WOMADE #4
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)