La carriera di un artista nasce e si snoda nei modi più disparati. Dario Maglionico da Napoli, ad esempio, arriva a Milano per intraprendere il corso di laurea in ingegneria biomedica presso il Politecnico ma dal 2006 inizia a frequentare parallelamente la Scuola degli artifici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Le sue opere sono una concretizzazione delle evanescenti forme ed ombre della memoria, una trasposizione grafica iper-realistica di un ricordo che altrimenti andrebbe sfumato.
Da studente del politecnico mi sorge spontanea una domanda: come hai fatto a passare da una formazione così specifica e tecnica a una professione di questo tipo?
Credo che il passaggio non ci sia mai stato perché le due cose hanno sempre convissuto in me e perché forse non riesco a considerarla, fortunatamente, una vera professione ma una passione di cui non posso più fare a meno. La pittura fa parte di me, è diventato un bisogno imprescindibile.
Da cosa dipende il tuo stile così crudo e a tratti grottesco?
Mi piace ritrarre la realtà che mi circonda senza sovrastrutture e costruzioni troppo umane. Miro all’essenza dei soggetti che ritraggo. È forse la realtà che risulta spesso cruda e grottesca.
Nella maggior parte delle opere si trovano rappresentazioni anatomiche in molteplici forme e pose. Che cosa ti attira nel corpo umano? Cosa invece ti repelle?
Mi attira la complessità anatomica del corpo umano, la carne e le ossa che si nascondono sotto la pelle deformandola, la luce e l’ombra che l’accarezzano. Non ho repulsione verso nessuna parte del corpo, al contrario rimango spesso affascinato dalle irregolarità e dalle deformazioni.
Cosa credi sia importante cercare attraverso l’arte?
L’arte deve essere piena espressione della persona, esiste solo nel rapporto sincero tra l’artista e la sua opera. Solo così potrà funzionare.
Hai accennato di trarre ispirazione dai tuoi ricordi. Ci sono sogni e/o incubi che hanno influenzato il tuo lavoro?
Più che ispirarmi ai ricordi diciamo che cerco di riprodurre la realtà scomponendola per poi ricomporla mentalmente. Non sogno spesso e raramente quando mi capita riesco a ricordarlo, ma da qualche parte sepolti nel mio cervello ci saranno e forse in qualche modo mi influenzano.
Per vedere altri lavori di Dario visitate il suo sito www.dariomaglionico.com
Andrea Tata
Sabato 26 gennaio 2013 @ WOMADE #5
CHIOSTRI di SAN BARNABA
Via San Barnaba 48 – MILANO (P.ta Romana)