New York, 1928: nasce William Klein, uno dei fotografi più influenti e innovativi del ventesimo secolo. Si trasferisce a Parigi dall’artista Fernand Léger e inizia a studiare pittura. Decide poi di intraprendere la carriera da fotografo negli anni ’50. Scatta copertine per la rivista Domus e per Vogue, senza però mai tralasciare quella passione per la strada. È proprio tra le strade di Roma che ci regala due delle sue foto più memorabili.
William Klein – Simone Daillencourt & Nina Devos dressing Capucci (Piazza di Spagna – Roma 1960 – 1961) (copyright William Klein)
L’influenza pittorica si fa risentire e così che, mentre lavora come regista documentarista, ingrandisce i suoi provini e ne esalta l’immagine con pennellate di colore. Fotografia e pittura si trasformano in innovazione.
William Klein – Muhammad Ali (Painted contact 1964) (copyright William Klein)
Le opere di Klein, invece, fanno da ispirazione per tutta la fotografia degli ultimi cianquant’anni. Lo fanno anche per Daido Moriyama, fotografo giapponese nato a Osaka dieci anni più tardi dell’americano. È proprio lui che descrive l’influenza che le immagini di Klein hanno avuto per il suo percorso evolutivo.
Predilige il B&W e diversifica l’uso della camera sfuocando le immagini.
Il giapponese però, diversamente da Klein indaga un aspetto più introspettivo della realtà e come tema ricorrente ritrae un cane randagio triste e arrabbiato.
Daido Moriyama – Misawa (1971) (copyright Daido Moriyama)
Due retrospettive che intrecciandosi riflettono il mondo reale attraverso l’occhio analitico di due artisti diversi se pur simile tra loro.
William Klein + Daido Moriyama è l’ennesima occasione per visitare la capitale britannica, tra le tante che già ci offre.
Se fate un giro da quelle parti, dopo aver visitato la mostra, non perdetevi The Tanks il nuovo spazio espositivo all’interno della Tate.
William Klein + Daido Moriyama
Dove: Tate Modern – London
Quando: 10 Ottobre 2012 – 20 Gennaio 2013
http://www.tate.org.uk/whats-on/tate-modern/exhibition/william-klein-daido-moriyama
Articolo a cura di Jonathan Pisani